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25/08/12

RADIO vs. YOUTUBE

Un recentissimo studio di Nielsen, riportato da giornalisti di mezza Italia, considerava l'ormai definitivo sorpasso di Youtube come piattaforma entro la quale si ascolta e si scopre musica, nuova e non, celebrando così l'ormai scontato funerale della radio.

Secondo il "leader mondiale nelle informazioni di marketing e nella rilevazione di dati sui consumi e sull’utilizzo dei media", infatti, "è proprio il sito di condivisione di video la fonte primaria attraverso la quale il pubblico giovane ascolta musica, il 64% per cento degli intervistati la preferisce alla radio, ad iTunes ai cd".

Putiferio, sgomento e ansia tra gli operatori del settore.

Tutti a chiedersi se effettivamente la radio ha perso ormai la sua funzione di educare ed informare gli ascoltatori (giovani) verso suoni diversificati e motivati, in un universo musicale che non darebbe il tempo materiale di scegliere cognitivamente cosa ascoltare neanche avessimo 300 anni di vita ciascuno.

Semplicemente cambiano i metodi generazionali di fruizione della musica, ci si riconosce attraverso il media con cui veniamo più a contatto. Google e Facebook sono in maniera determinante i consolidatori più affermati all'interno della diffuzione di link youtubeiani e sappiamo tutti che Google e Facebook sono usati in maniera quasi vertiginosa da under 25.

La musica è diventato affare per gli occhi che si fanno torturare dalla vistosità di Rihanna, dalla lussuria di Lady Gaga, dalla figa nei video di Snoop, dall'eclettismo dei Die Antwoord.

Non c'è puritano che regga, non c'è discofilo che incuriosito non dia una sbirciata sul tubo, anche solo per vedere se erano veramente Adidas le scarpe dei RUN DMC, se negli UK Rave del '92 c'erano più freak o punk, se i Satyricon si vestivano peggio dei Mayhem.

Interessanti sono state comunque le esperienze di quegli artisti che hanno preferito condividere la loro musica in free download sul web come i vari Blu oppure Death Grips, che hanno preso a calci in culo l'industria discografica tradizionale (salvo poi tuffarcisi dentro spinto dall'hype della furbata del disco scaricabile che ha fruttato in visibilià).

Ne sa qualcosa Alessio Bertallot che con RaiTunes ha creato il B-Side contemporaneo, integrando il media radio con podcast, playlist di Youtube e Facebook, in modo da creare una vincente collaborazione tra media diversificati per indole e fruizione senza relegare nessuno di essi alla mera consolazione antiquata o futurista.

Bertallot sembra voler invitare a "lavorare sul presente col presente": la risorsa deve essere considerata mutevole e accostabile a tutto quello che il suo universo riesca a contemplare.

Naturalmente i dati riportati all'inizio considerano la situazione legata alla musica commercialmente intesa, alle emittenti che spingono suoni comuni, artisti da major e pop nel senso gretto del termine. In quest'ottica la funziona della radio diventa quella di mera sputa-musica, in grado di riempire il vuoto di quel viaggio in macchina con musica degli anni '80, '90 o 2000 oppure dei nuovi successi del momento (come le note Radio Deejay, RTL 102.5 e Radio 105).

Qualora si parlasse di avanguardie, sperimentazioni o più comunemente musica non commerciale dovremmo passare ad emittenti di ben altro spessore (mi vengono in mente Radio2 e Radio3 e in misura minore Radio Montecarlo) che comunque non possono proporre con semplicità suoni troppo estremi o dissonanti, cancellando così un buon 60% di quello che l'ascoltare non banale ed esigente andrebbe a sentirsi incuriosito anche durante la notte in auto o perché no in camera con un buon bicchiere di birra belga.

Qui entra in gioco il superpotere di Youtube. In alcune zone non ben reperibili del sito è possibile trovare quasi la totalità dei dischi più oscuri di qualsiasi avanguardia esistita che abbia registrato qualcosa su nastro. Mi riferisco alla dark ambient, alla breakcore, al kraut, all'abstract e più recentemente ai suoni della tape culture.

Tutto questo non potrebbe mai essere recuperabile attraverso la radio tradizionale, semplicemente perché la radio tradizionale non si può permettere di far muovere certi suoni così lontani da quello che l'ascoltatore medio abbia mai lontanamente concepito come musicale.

Personalmente considero questa la sostanziale differenza tra il media radio ed il media Youtube: solo tramite il secondo è possibile che a Firenze tutti vadano a ballare il Moombathon e che l'evento più atteso nell'elettronica odierna si divida tra Borgore o i Radium.

Mi auguro solo di essere un giorno in grado di fare una totalizzante eperienza radiofonica sullo stile di Bertallot che riesca impunemente a superare quelle barriere così abusate dalla radiofonia odierna e dall'ascoltare musicale moderno.

Bene accetti commenti di ogni tipo!!!