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07/01/12

mi ci vuole qualcosa di tragico



Non voglio stimolare letture altrui con qualche approssimativo riassunto degli ultimi mesi.

Ben poco da dire.

La latitanza obbligata in queste latitudini dall'assenza di banda larga nella mia nuova dimora è dura da digerire, ma soprattutto mi costringe a fare a meno di tutta una serie di artifici che generavano in me plasticosi surrogati di vita.

Come si vive senza la fittizia socialità dei vari tumblr, twitter ecc..., la disinvolta e badilante pornografia spiccia trovabile su xhamster e soci, l'aberrante e obsoleta ricerca del disco stronzo via mediafire per aumentare i tera di qualche hardisk?

V'è una risposta: CHE BELLEZZA!

C'è da dire che ho riscoperto il piacere della conversazione continua ed incessante, mi si apre la fontanella dello sproloquio insensato e mi fa da terapia antisclero.

L'inaspettato "benvenuto nel magico mondo delle persone reali" fornito nelle passeggiate all'interno di biblioteche (si, sto ancora studiando) o locali (si, ogni tanto vado a sentire la dubstep anchio) mi ricorda perché mi ero chiuso nelle stanza con schermi illuminati sognando un mondo in cui l'autotune regna, le donne godono coi rimjob e per avere la discografia di Tom Waits basta un click.

Proprio Tom Waits ha fatto il disco più spesso del 2011 tutto. E' inquietante che un uomo nato nel 1949 produca tutt'oggi un disco che è incalcolabilmente superiore a uscite ben più blasonate e immaginifiche, sia per ispirazione, che per soluzioni musicali, che per immaginario creato.

Sarebbe il momento che gli artistoidi 2Kqualcosa abbandonassero queste molli autogiustificazioni e realizzassero semplicemente, senza bisogno di scomodare imbarazzanti psicopatologie, che hanno fallito e vanno incontro alla collisione col fumante paese della merda.

Glielo auguro con tutto il cuore.