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30/01/13

guide for hip nights vol. 1

Non è facile uscire di casa a Londra.

Tantomeno è facile riuscendo a trovare qualcosa che valga la pena di fare, che sia economicamente fattibile e dove non siano presenti essere aberranti appartenenti a sottoculture ignobili oppure a quello strato mainstream che galleggia ovunque.

Ci sono però, se uno si guarda bene intorno, delle soluzioni degne di essere considerate.

Un mese fa ho abitato nel distretto di Hackney, in una simpatica casa inglese piena di moquette, con ingresso singolo e delle gran persone all'interno. Da qui era facile raggiungere quartieri super hipster che fanno il verso alla New York indie come Dalston, Shoreditch e Hoxton.



Proprio a Dalston, rinominata da nientepopòdimeno che dal Guardian "la zona più cool di Londra", abbiamo trovato un locale simpatico che si chiama Dalston Superstore, un grande ex supermercato trasformato in un bar in stile newyorkese (appunto) nella quale ho passato una piacevole serata. Il locale è relativamente piccolo ma accogliente con i suoi divanetti comodi comodi, sui quali di giorno è possibile gustare ricchi yogurt e golosi hamburger, mentre di sera sono tutti impiastrati di sudore, vasella e porcate. L'ingresso è assolutamente FREE, questo vuol dire che una volta superata la spessa coda all'ingresso e se si ci siamo caricati alcoolicamente precedentemente tutto fila lisco che è un piacere.



E' interessante vedere in un locale come questo quanto piaccia l'house music alle nuove generazioni di modaioli, soprattutto se gay, in cui un personaggio come Robert Owens, apostolo dei primi raduni a Chicago, venuto a Londra per salvare le anime da un lento ed inesorabile declino condannato dall'algida oscurità del dubstep per illuminarle di nuovo con colori esotici, positivismi afro e groove assassini.

La pista nei downstairs con i suoi specchi e le sue luci fa il suo porco effetto, Owens sa far ballare e canta con il suol nel cuore, la gente è presa bene e non diventa molesta (come nella maggior parte dei locali dove ci sono troppi italiani) e la presabene è garantita.

In queste serate ed in questo tipo di locali almeno hai l'impressione che per gli inglesi non sia importante solo la giusta risvolta del chino, farsi fare la foto con la faccia giusta, uscire per il "binge drinking". Sicuramente non si respira l'aria magica del periodo chicagiano, sicuramente non si conoscono tutti e tantomeno si rispettano, ma almeno la gente è consapevole di sentire i dischi di una leggenda e sembra goderne.

Dalston c'è.

DALSTONE SUPERSTORE WEBSITE